Stato (78.866 kmq; 10.211.000 ab.) dell'Europa
centrale. Confina a Nord con la Germania e la Polonia, a Est con la
Slovacchia, a Sud con l'Austria, a Ovest con la Germania. Capitale: Praga (1.165.581 ab.).
Città principali: Brno, Ostrava, Plzen, Hradec
Králové. Ordinamento: Repubblica presidenziale.
In base alla Costituzione
del 1992, il presidente è eletto ogni cinque anni dal Parlamento, formato
dalla Camera dei deputati (200 membri, eletti per quattro anni) e
dal Senato (81 membri, eletti per sei anni e rinnovati per 1/3 ogni due anni).
Moneta: corona. Lingua ufficiale: ceco. Religione: in prevalenza cattolica; esiste
una consistente minoranza protestante. Popolazione: è costituita da Cechi, sebbene
siano presenti minoranze di Slovacchi e di Tedeschi.
GEOGRAFIA
Dal punto di vista geografico il territorio ceco
è costituito da due regioni distinte, la Boemia e la Moravia. La Boemia,
situata nella parte occidentale del Paese, si compone di un ampio tavolato
circondato da gruppi montuosi (Quadrilatero boemo) che raggiungono in media i
1.000-1.500 m di altezza. Tali gruppi montuosi sono: a Nord-Ovest i Monti
Metalliferi; a Nord-Est i Monti Sudeti, che con i Monti Giganti superano i 1.600
m; a Sud-Ovest la Selva Boema, coperta da una fittissima vegetazione; a Sud-Est
le Alture Morave, a carattere collinoso. La regione è attraversata
dall'Elba (1.165 km), che nasce dai Monti Giganti e scorre poi nel territorio
della Germania, e dalla Moldava (440 km), affluente dell'Elba che nasce dalla
Selva Boema. La Moravia è invece una regione in prevalenza collinare
attraversata dalla Morava, affluente di sinistra del Danubio, e dai fiumi che in
essa confluiscono dai monti circostanti. I laghi, di piccola dimensione e molto
profondi, sono racchiusi tra le vette più alte del Paese. Il clima
è continentale, ma si differenzia notevolmente da regione a regione in
rapporto all'altitudine. In generale gli inverni sono molto rigidi e asciutti,
le estati fresche. Le piogge, non frequenti nelle zone pianeggianti, abbondano
sui rilievi.
Cartina della Repubblica Ceca
ECONOMIA
L'economia ceca è stata, sino al 1989,
diretta dallo Stato cecoslovacco che ne controllava tutti i mezzi di produzione.
║
Agricoltura: prima del 1989 i terreni agricoli, organizzati in cooperative,
occupavano circa il 40% della superficie nazionale. Nonostante la diminuzione
della popolazione rurale, dovuta all'evacuazione dei Sudeti al tempo della
seconda guerra mondiale e in seguito all'assorbimento della manodopera da parte
dell'industria, l'agricoltura raggiunse buoni livelli grazie ad una efficiente
organizzazione e a moderne attrezzature. Dopo la caduta del regime comunista
l'agricoltura andò rapidamente privatizzandosi. Nelle zone montane
è oggi diffusa la coltivazione delle patate e della segale, mentre in pianura
le colture più sviluppate sono quelle del grano e della barbabietola da
zucchero. Buona è anche la produzione di canapa, lino, luppolo e di
prodotti ortofrutticoli. Notevoli sono le risorse forestali, al cui sfruttamento
sono legate l'industria del legno e quella della carta. ║
Allevamento: il patrimonio zootecnico è rilevante, grazie
all'allevamento di bovini e di suini. ║
Industria: la
R.C.
è tra i Paesi più industrializzati dell'Europa centrale. Lo
sviluppo dell'industria è dovuto in parte alla ricchezza del sottosuolo,
che offre ossido di uranio, carbone, mercurio, magnesite e caolino. I giacimenti
di ferro e petrolio non coprono invece il fabbisogno nazionale. Gli impianti
siderurgici e meccanici sono situati in prossimità dei bacini
carboniferi, specialmente in quello di Ostrava (Slesia) e nella Boemia
settentrionale. Il settore più sviluppato dell'industria meccanica
è quello delle macchine utensili, ma fiorente è anche l'industria
automobilistica (Skoda) e quella aeronautica. Rilevanti sono anche l'industria
farmaceutica e quella chimica (esplosivi, coloranti, detersivi, materie
plastiche). Le tessiture sono localizzate nella Boemia nord-orientale e hanno
una fioritura discreta. Tradizionalmente rinomate sono le industrie
calzaturiere, delle ceramiche, del legno, degli strumenti musicali e,
soprattutto, del vetro. L'industria vetraria è senz'altro una delle
più antiche e note della Boemia-Moravia. Il vetro calcico-potassico di
Boemia è fabbricato con materie prime purissime ed ha caratteristiche di
straordinaria durezza, trasparenza e rifrangenza. Ne deriva una somiglianza
finissima con il cristallo di rocca, risultato al quale i boemi sono arrivati
per primi in Europa. Nel settore alimentare, famosa è la produzione di
birra, che ha il suo centro maggiore a Plzen (Boemia). ║
Comunicazioni: la rete di comunicazioni si snoda per tutto il Paese ed
è piuttosto sviluppata, sia per quanto riguarda la rete ferroviaria, sia
per quella stradale. Numerosi sono anche gli scali
aeroportuali.
STORIA
Abitate nel IV sec. a.C. dalla tribù
celtica dei boi (da cui il nome Boemia) e in seguito da marcomanni (I sec. d.C.)
e da slavi vendi (VI sec.), la Boemia e la Moravia, che costituiscono l'attuale
Stato ceco, conobbero a partire dal IX sec. le medesime vicende storiche.
Organizzate in società feudale e, dal XII sec., in monarchia, le due
regioni costituirono il nucleo di un vasto Stato nell'Europa centrale che
Venceslao II tentò di costituire all'inizio del XIV sec. unificando le
corone di Boemia, Polonia e Ungheria. Fallito sotto Venceslao III (1305-1307)
questo tentativo, la Boemia passò sotto la casata di Lussemburgo, dalla
quale ottenne ampia autonomia, mentre la riforma religiosa di Jan Hus
(1378-1419) formò la coscienza etnica dei Cechi. Nel 1526 la corona fu
assunta dagli Asburgo, che si opposero decisamente alla Riforma protestante,
già ampiamente diffusa in Boemia. L'uccisione di alcuni luogotenenti
imperiali (defenestrazione di Praga, 1618) dette il via alla guerra dei
Trent'anni, che devastò gravemente Boemia e Moravia e con la pace di
Vestfalia (1648) le rese vassalle dell'Impero Asburgico. Alla fine del XIX sec.,
Tomas Masaryk riprese l'idea dell'unione della Boemia-Moravia con la Slovacchia,
manifestatasi durante la rivoluzione del 1848. Masaryk fu tra i promotori
dell'indipendenza nazionale, proclamata nel 1918, alla caduta del governo
imperiale di Vienna. La Cecoslovacchia si costituì allora in Repubblica,
eleggendo Masaryk quale suo presidente. Fin dal XIX sec. in Boemia e in Moravia
era stata avviata una autentica rivoluzione industriale, resa possibile dalle
antiche tradizioni manifatturiere, dalle notevoli risorse naturali,
nonché dall'integrazione nell'Impero asburgico. Nel 1938 Hitler,
approfittando del malcontento della minoranza tedesca concentrata nei Sudeti,
fece della Boemia e della Moravia protettorati del Reich germanico, accordando
alla Slovacchia una fittizia indipendenza. Durante l'occupazione nazista il
Paese conobbe un incremento dello sviluppo industriale, anche se finalizzato
agli obiettivi bellici della Germania. Alla fine della seconda guerra mondiale
venne restaurata la Repubblica e furono ripristinate le frontiere del 1919, con
l'eccezione della Rutenia che fu ceduta all'URSS. Nel 1946 i comunisti, dopo
aver ottenuto la maggioranza relativa nelle elezioni, presero il potere,
costituendo un Governo di Fronte Nazionale presieduto da Klement Gottwald. Nel
1948 Gottwald, divenuto nel frattempo presidente della Repubblica, lanciò
una dura campagna di epurazioni all'interno del Partito comunista culminate
nella condanna a morte di alcuni esponenti di spicco del Governo e del partito.
Tra il 1967 e il 1969 venne attuato il tentativo di democratizzazione del regime
conosciuto come la "primavera di Praga", che fu però
arrestato dall'intervento militare dell'URSS e dei Paesi aderenti al Patto di
Varsavia. Alexander Dubcek venne improvvisamente sostituito alla segreteria del
partito da Gustav Husak, il quale dal 1975 assunse anche la carica di presidente
della Repubblica. Negli anni Ottanta la Cecoslovacchia, pur confermandosi tra i
più fedeli alleati dell'Unione Sovietica, riuscì però a
riallacciare normali rapporti anche con l'Occidente. Nel 1987 Husak
lasciò la guida del Partito comunista, sostituito da Milos Jakes. Questi
avviò un periodo di caute riforme. Nel 1989 l'ondata di libertarismo
anticomunista proveniente dall'Ungheria e dalla Germania dell'Est
investì anche la Cecoslovacchia, tanto da costringere alle dimissioni
Jakes. Dubcek venne richiamato alla vita politica ed eletto presidente
del Parlamento, mentre lo scrittore dissidente Vaclav Havel fu nominato presidente della
Repubblica. La ricostruzione economica e la privatizzazione, subito avviate,
approfondirono però le divisioni economiche e sociali fra Boemia e
Slovacchia. In quest'ultima regione, alle elezioni del 1992, la vittoria
andò ai nazionalisti slovacchi di Vladimir Meciar, favorevoli alla fine
dell'unione federale con la Boemia-Moravia. Per evitare scontri sanguinosi, il
neo primo ministro Vaclav Klaus accolse le proposte di Meciar, sancendo così il
virtuale smembramento dello Stato cecoslovacco. Con il 1° gennaio 1993
nacque la nuova
R.C., che confermò Havel alla presidenza. Nel 1997 il
Governo Klaus si dimise a seguito di accuse di corruzione. Al posto di Klaus venne eletto
ad interim Josef Tosovsky. L'anno seguente le elezioni presidenziali video una nuova
vittoria di Havel mentre quelle generali portarono alla poltrona di primo ministro il
leader del Partito socialdemocratico ceco Milos Zeman.
Il 12 marzo 1999 la
R.C. fu ammessa nella NATO. Nel novembre 2001 il premier ceco e
il cancelliere austriaco Schümmel si incontrarono per tentare di risolvere
la diatriba in corso tra i due Paesi riguardante l'apertura di una centrale nucleare a
Temelin, in territorio ceco, al confine con l'Austria, osteggiata dagli Austriaci a
tal punto da minacciare il veto sull'entrata della
R.C. nella Ue.
Le elezioni legislative tenutesi il 15 giugno 2002
decretarono la vittoria, con oltre il 30% dei suffragi, dei socialdemocratici
di Vladimir Spidla. Il centro-destra di Vaclav Klaus subì una flessione,
mentre avanzò nettamente il Partito comunista. Spidla venne nominato da Havel
primo ministro. Nel mese di agosto lo straripamento del fiume Vltava provocò
l'allagamento di buona parte dei quartieri di Praga, causando notevoli danni. Durante il
vertice di Copenaghen del 12-13 dicembre 2002, la
R.C. fu ufficialmente invitata
a entrare nella Ue, insieme ad altri nove Paesi, entro il 2004. Scaduto il mandato del
presidente uscente Havel il 2 febbraio 2003, furono indette le elezioni presidenziali.
Solo dopo circa un mese di votazioni in cui non veniva raggiunta la maggioranza, il
28 febbraio 2003, al terzo tentativo, l'ex primo ministro Vaclav Klaus venne eletto
presidente del Paese. Nel giugno dello stesso anno un referendum confermò la volontà
della
R.C. di proseguire il cammino verso l'ingresso del Paese nell'Unione
europea, avvenuto il 1° maggio 2004. Dopo la sconfitta del Partito socialdemocratico
nelle elezioni europee tenutesi nel giugno 2004, il primo ministro Spidla diede le
dimissioni. Gli successe per alcuni mesi Stanislav Gross. Nell'aprile 2005 il presidente
Klaus incaricò l'ex ministro Jiri Paroubek, del Partito socialdemocratico (CSSD),
di formare un nuovo Governo. Nel giugno 2006 si tennero le elezioni
politiche, che segnarono un pareggio assoluto tra lo schieramento di
sinistra e quello di centro-destra. Ne uscirono invece sconfitti i
popolari e i comunisti. ║ Per la letteratura, l'arte e la musica V. CECOSLOVACCHIA.
Praga: il ponte Carlo IV